martedì 24 febbraio 2009

Vergogna & co.

Questo week end mi è capitato di parlare del senso di vergogna o imbarazzo.
La riflessione è nata da un saggio di danza a cui ho assistito, in cui 90 donne della mia età ballavano al ritmo delle canzoni pop degli ultimi anni, formando improbabili coreografie e indossando improbabili costumi. Un livello di bravura che sarebbe accettabile in una bambina di 10 anni era tranquillamente sfoggiato da queste signore di fronte al pubblico pagante (poco, ma pagante).

Il fatto di cui si discuteva non era tanto che loro stesse non si vergognassero, quanto che noi (pubblico) ci vergognassimo per loro. E' un sentimento interessante, per vari motivi. Per prima cosa perchè non si capisce da dove nasca, e Freud e il suo Motto di spirito non contribuiscono in alcun modo a delineare la sua causa. E' interessante anche perchè spesso capita di vergognarsi al posto di qualcun altro, nella vita di tutti i giorni.

Comportamenti fuori tempo, over the top, insensati, patetici, ultimamente ridicoli. E persone che non si rendono neanche conto del loro essere imbarazzanti. Forse l'imbarazzo nello spettatore nasce dalla mancanza di rispetto verso la persona che si mette in ridicolo. La rispettiamo così poco da non pensare che possa provvedere al suo stesso imbarazzo e porsi un limite da sola, rendersi conto e smetterla di rendersi ridicola. Ci aspettiamo il peggio. Non ci fidiamo della sua capacità, e in qualche modo ci sentiamo responsabili per lei.

La manifestazione peggiore, più repressa ma forse più diffusa, di questo sentimento, è vergognarsi del proprio partner. Forse è per questo che monitoriamo attentamente il comportamento del fidanzato/a quando siamo in compagnia. Vogliamo vedere se questa persona, socialmente parlando, "se la sa cavare da sola" o se al contrario dobbiamo costantemente intervenire, supplire alla sua mancanza di carattere. Mi è capitato spesso in passato di dissociarmi completamente dall'atteggiamento della persona che ai tempi avevo a fianco, a volte anche di vergognarmi.

Se la mancanza di questo tipo di indipendenza risulta accettabile (nel senso che per molti uomini non è un problema) nella fidanzatA, sicuramente al contrario vogliamo che l'uomo che abbiamo a fianco sia indipendente, influente, carismatico, affascinante.

Forse è la prima volta che posso stare tranquilla da questo punto di vista. Che non devo continuare a giustificarlo tirando in causa il carattere, la stanchezza, le abitudini, le idiosincrasie. A lui basta presentarsi col suo maglioncino rosso e i capelli Pantène, e io posso sit back, and relax. Potrei firmare una carta bianca riguardo a tutta la sua gamma di comportamenti sociali. So che sa parlare di tutto, so che sa ascoltare, che ha un senso dell'umorismo elastico e adattabile. Sa riempire gli spazi in modo pacato ma sicuro.

Ovviamente tutto ciò non basta, ma troppo spesso sottovalutiamo l'importanza di questo tipo di sentimenti. Li mettiamo a tacere perchè ci sentiamo in colpa, ci sentiamo cattivi. Spesso finiamo per sposare persone che non rispettiamo, di cui a volte ci capita di vergognarci, e ci condanniamo ad una vita di coppia chiusa. Almeno se siamo solo in due ci risparmiamo quel fastidioso senso di imbarazzo. Al massimo quelle due o tre coppie di amici di lunga data, ma nessun rischio, nessuna sperimentazione, nessun mescolare gli ambiti. Come direbbero i Cesaroni, che amarezza.

Nessun commento: