giovedì 12 febbraio 2009

Loving my mates

Quando mi dicevano "tornerai a sorridere", non pensavo che avrei riso così tanto da avere le mascelle indolenzite.
A seguito del lavoro di gruppo, di per sè enjoyable, oggi abbiamo fatto una presentazione veramente da effetti speciali. Se anche stavolta è un falso allarme, se non ci dà una distinction stavolta, allora veramente non c'è più religione.
Bene, mentre soddisfatta mi allontanavo con la mia borsa della piscina, sento il mio compagno finlandese che mi trattiene dallo zaino. Con la sua solita aria serafica, propone "group presentation, group celebration" - e sia. E' il terzo giorno consecutivo che mi porto la borsa della piscina e qualcosa o qualcuno mi devia dai miei sani propositi. Per una che normalmente non beve, una half pint alle 5 del pomeriggio garantisce il buonumore. Un finlandese, un'italiana, una cinese, una slovacca, un indiano e una nigeriana. Cos'avremo in comune da ridercela tanto? Eppure è stato un continuum di risate. Era tanto che non mi divertivo così. Si spazia dal rito matrimoniale nigeriano al lutto in bianco indiano. Passando per il mio apparentemente esilarante mix di accento inglese ma gestualità italiana. Apparentemente mi tocco il collo quando parlo di "peccati". Cena al Queen's college. L'argomento si sposta sulla gelosia. Seguono case studies, e scopro che i cinesi hanno un senso dell'umorismo particolarmente sviluppato. Si parla di prime impressioni. Mi ricordo il primo giorno, you guys looked all just like sharks. Si progetta la gita di classe. Fuori nevica pesante, mentre dal college ci rispostiamo al pub. Il camino acceso e il fiume dalla finestra. Cambridge è una cartolina.
Mi scrollo di dosso la brutta sensazione di stamattina, di essere in una canzone di Patti Smith.

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