venerdì 30 gennaio 2009

Tempo

Tutt'a un tratto mi sono trovata con una quarantina di ore in più del previsto prima di una scadenza. E' stato un po' come se qualcuno avesse aperto gli anelli del mio organiser e ci avesse infilato un paio di fogli extra: così, come regalo. Come se si potesse fare click destro e aggiungi colonna nell'agenda di Outlook, tra il giovedì e il venerdì. Un'intera giornata a mia disposizione.

Mi sono sentita un po' come quando la prof diceva "vabeh, rimandiamo il compito a domani", e io mi lasciavo cascare dietro al banco pensando "sììì un'altra giornata per studiare". Che poi le usassi o meno per studiare, quelle ore avevano un sapore impagabile.

Mi sono avviata in centro in volata - nella testa il motivetto Disney "Il mondo è mio" - apri gli occhi e vedrai (neanche la mia bici fosse il tappeto magico di Aladdin). Il tragitto casa-centro mi prende normalmente 3 minuti; 4 se devo fermarmi all'incrocio. Detesto fermarmi all'incrocio. Quando riesco a tirare dritto, la giornata inizia col piede giusto (stamattina ho rischiato).

Per prima cosa, mi sono fermata da Starbucks, e dilungata più del previsto nei rituali mattutini. Tazza grande, Guardian appoggiato sul tavolo a fianco, appuntamento con l'amica.
Poi ho oltrepassato il King's college tinto dei colori del sole invernale, come acquarello su tela. Quel tratto mi piace per due motivi. La costruzione imponente e gotica del college acquista ogni giorno una luce diversa. Il cielo dicembrino, limpido e azzurro, lo rendeva elettrizzante come un invito. La luce velata di stamattina, lo avvolgeva come il castello di una fiaba. Mi piace anche perchè è l'inizio del lungo rettilineo, recentemente asfaltato, che mi porta alla business school in tutta velocità.

Normalmente guardo gli scaffali della biblioteca con un peso nel cuore. Mi ricordano quante cose ho da fare; quante lacune di conoscenza da colmare in tutta fretta quest'anno. I libri, nuovi e lucidi, in quella biblioteca pulita e luminosa, mi ricordano che non ho ancora imparato a organizzare il mio tempo. Gli altri lo dividono in ordinati cubi, io lo regalo spesso al primo conoscente che mi chiede di bere un caffè.

Oggi però, ogni libro mi dava l'inebriante sensazione della cultura in potenza. Quanto avrei potuto leggere in queste ore! Quanti concetti, nozioni, collegamenti impensati in quei libri di management! Organizzazione, marketing, comportamento dell'azienda. Economie mondiali. Microeconomie. Regolamentazione dei flussi finanziari. Tutti quei concetti che ci girano intorno, tutti giorni, i concetti da cui dipendono le nostre vite - o almeno la nostra agiatezza - e che pure la maggior parte della gente si sente di poter ignorare. Cose da addetti ai lavori. Fino a che non si tramutano in licenziamenti in tronco e voci che anche il nostro reparto è in pericolo!

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