Il mio sadismo è ampiamente soddisfatto durante le lezioni di francese il martedì sera. Lì posso finalmente vedere gli inglesi completamente spaesati, incapaci di pronunciare anche le più semplici espressioni. Si definiscono "intermediate" ma li vorrei vedere sostenere un esame tipo first certificate in francese. Non sanno dire due parole di fila! Fanno gli arroganti con gli altri ma sono parecchio indulgenti con se stessi!
Mi sembra che si compia una piccola vendetta per tutte le volte che mi hanno guardato con sufficienza e compassione (si compassione) mentre mi sforzavo di parlare la loro lingua del cazzo che, diciamocelo, se non fosse la stessa lingua degli Stati Uniti oggi quasi tutti ignoreremmo.
Vive la France!
martedì 14 ottobre 2008
lunedì 6 ottobre 2008
Cocktail party
In pratica sono venuta a conoscenza del magico mondo della upper-class inglese. Quelli dei cocktail parties, quelli che portano i capelli alla prince-William, quelli che studiano-tanto-ma-si-divertono-di-più, quelli che sono laureati ad Harvard e fanno il PhD in storia dell'arte, quelli che detestano i dj che fanno errori grammaticali. Quelli che "mio nonno ha studiato al King's college" (mio nonno è entrato in marina a Napoli perchè moriva di fame). Insomma quelli che tra qualche anno diranno: "ho studiato a Cambridge".
E allora cosa fanno tutti questi personaggi posh: si vestono eleganti, si riuniscono in una sala piena di vecchi ritratti e con un bicchiere in mano girano per la sala imbastendo conversazioni di una noia mortale da cui si ritraggono 5 minuti dopo dicendo "Uh! devo assolutamente salutare un amico".
E così via.
Io mi sono presentata con la cerniera del vestito dimenticata aperta, dei tacchi talemnte alti che dopo un'ora hanno cominciato a farmi male i piedi, una fame da sbranarmi tutto il vassoio di fragole imbevute nella fonduta di cioccolato.
Cosa vi devo dire, in fondo per me è divertente, perchè è una cosa nuova e perchè mi piace pensare di essere un essere socievole. Quindi ho fatto la mia parte e mi sono impegnata per conoscere ogni singola persona nella sala.
Solo che sfortunatamente si chiamano tutti James, o Jeremy, o John. Ma questo problema sarebbe ben poca cosa, se non fosse che hanno tutti anche la stessa faccia. Allora eccomi esclamare convinta, nel mio migliore tono da cocktail party "Jaaames! How aaare you!!?" giusto nel momento in cui lui si gira e io noto dal cartellino al petto che si tratta in realtà di Jeremy, e che in realtà ci avevo anche appena parlato, due secondi prima.
Comincio a pensare che in Inghilterra sia molto facile essere una Bridget Jones. Questa gente è talmente costruita e poco spontanea che è molto difficile mantenere il loro ritmo di recitazione.
Comunque per il momento va bene così. Tra pochi giorni avrò ben altro di cui preoccuparmi.
E allora cosa fanno tutti questi personaggi posh: si vestono eleganti, si riuniscono in una sala piena di vecchi ritratti e con un bicchiere in mano girano per la sala imbastendo conversazioni di una noia mortale da cui si ritraggono 5 minuti dopo dicendo "Uh! devo assolutamente salutare un amico".
E così via.
Io mi sono presentata con la cerniera del vestito dimenticata aperta, dei tacchi talemnte alti che dopo un'ora hanno cominciato a farmi male i piedi, una fame da sbranarmi tutto il vassoio di fragole imbevute nella fonduta di cioccolato.
Cosa vi devo dire, in fondo per me è divertente, perchè è una cosa nuova e perchè mi piace pensare di essere un essere socievole. Quindi ho fatto la mia parte e mi sono impegnata per conoscere ogni singola persona nella sala.
Solo che sfortunatamente si chiamano tutti James, o Jeremy, o John. Ma questo problema sarebbe ben poca cosa, se non fosse che hanno tutti anche la stessa faccia. Allora eccomi esclamare convinta, nel mio migliore tono da cocktail party "Jaaames! How aaare you!!?" giusto nel momento in cui lui si gira e io noto dal cartellino al petto che si tratta in realtà di Jeremy, e che in realtà ci avevo anche appena parlato, due secondi prima.
Comincio a pensare che in Inghilterra sia molto facile essere una Bridget Jones. Questa gente è talmente costruita e poco spontanea che è molto difficile mantenere il loro ritmo di recitazione.
Comunque per il momento va bene così. Tra pochi giorni avrò ben altro di cui preoccuparmi.
sabato 4 ottobre 2008
simm'i napule paesà
Alla fine le scenate napoletane sono sempre il metodo più sicuro per ottenere qualcosa.
Mi hanno trasferito in una casa decisamente più decente, con una bella cucina e una cameretta calda e accogliente.
Ho sistemato tutte le mie cosine e sono molto felice.
Ho anche conosciuto un sacco di gente, ma voglio dire, sarebbe stato difficile NON conoscerla. La struttura stessa di quest'università e designata per facilitare la socializzazione e la comunicazione fra le sue varie parti.
Ogni studente fa parte dell'università, naturalmente, e in quanto tale partecipa in misura più o meno grande alle organizzazioni universitarie, sportive, culturali, artistiche, di qualcunque genere.
Ma ogni studente fa parte anche di un dipartimento, il quale organizza eventi, conferenze, seminari in cui tutti gli studenti del dipartimento (dagli undergraduates ai dottorandi) partecipano attivamente.
All'interno del dipartimento, ogni studente naturalmente fa parte di quello che noi chiameremmo un "corso di laurea". Solo che qui la nozione di corso di laurea non comprende precisamente orde barbariche di studenti NON selezionati che si accalcano nelle sale polverose di festa del perdono. Il corso di laurea, o "classe" è composto da MASSIMO un'ottantina di persone (nel mio caso 30) che sono invitate a partecipare a tutta una serie di eventi rivolti alla classe, dalle cene ai lavori di gruppo.
Ma, principalmente, ogni studente è altresì membro di un college, che è innanzitutto una struttura fisica composta da biblioteca, uffici, residenze studentesche, mensa, bar e salone ufficiale. All'interno del college gli studenti sono divisi tra laureandi "triennali" diremmo noi, o "della specialistica" (e dottorandi). Entrambi i gruppi hanno a disposizione una loro sala comune che nel mio caso è una libreria antica, di quelle con enormi poltrone di pelle, camino, quotidiani e periodici ovviamente di ogni tipo, televisione satellitare, piccola cucina.
Il comitato degli studenti graduates, ovvero oltre la triennale, organizza eventi settimanali negli spazi comuni del college. Tutti gli studenti inoltre cenano una volta a settimana nel salone ufficiale, a cui possono accedere solo indossando la loro toga.
Molto spesso il college organizza cene ed eventi in cui smoking e vestiti da sera sono obbligatori (tipo domani: cosa mi metto??). Il ballo di fine anno è addirittura white tie compulsory, il che significa frac per gli uomini e vestiti da gran sera per le donne.
Quest'organizzazione ovviamente favorisce la socializzazione perchè ogni studente si trova al centro di vari network di rapporti sociali e accademici. Ma non si limita a questo: è un'organizzazione che DECENTRA fortemente l'istituzione universitaria rendendola meno impersonale, più a misura d'uomo, e anche più efficiente.
Sono solo vagamente preoccupata per quando inizierò i corsi. Il tempo "minimo" da dedicare allo studio sono 40 ore a settimana. Questo vuol dire, considerando le pause fisiologiche (nessuno può studiare ininterrottamente per 8 ore al giorno! E gli spostamenti per andare in classe poi!) looong after dinner. Considerando poi le mie lacune di matematica, direi che a occhio e croce dovrò studiare nei weekend e magari anche la notte, perchè no.
Insomma, qui la gente si ammazza di studio. I miei compagni di college sono medici che hanno già salvato vite umane, studiosi di greco antico (americani magari), dottorandi in matematica o fisica. Come ci ha detto lo psicologo, "qualcuno comincerà a domandarsi se non lo abbiano ammesso, per caso, a causa di un errore burocratico...".
Mi hanno trasferito in una casa decisamente più decente, con una bella cucina e una cameretta calda e accogliente.
Ho sistemato tutte le mie cosine e sono molto felice.
Ho anche conosciuto un sacco di gente, ma voglio dire, sarebbe stato difficile NON conoscerla. La struttura stessa di quest'università e designata per facilitare la socializzazione e la comunicazione fra le sue varie parti.
Ogni studente fa parte dell'università, naturalmente, e in quanto tale partecipa in misura più o meno grande alle organizzazioni universitarie, sportive, culturali, artistiche, di qualcunque genere.
Ma ogni studente fa parte anche di un dipartimento, il quale organizza eventi, conferenze, seminari in cui tutti gli studenti del dipartimento (dagli undergraduates ai dottorandi) partecipano attivamente.
All'interno del dipartimento, ogni studente naturalmente fa parte di quello che noi chiameremmo un "corso di laurea". Solo che qui la nozione di corso di laurea non comprende precisamente orde barbariche di studenti NON selezionati che si accalcano nelle sale polverose di festa del perdono. Il corso di laurea, o "classe" è composto da MASSIMO un'ottantina di persone (nel mio caso 30) che sono invitate a partecipare a tutta una serie di eventi rivolti alla classe, dalle cene ai lavori di gruppo.
Ma, principalmente, ogni studente è altresì membro di un college, che è innanzitutto una struttura fisica composta da biblioteca, uffici, residenze studentesche, mensa, bar e salone ufficiale. All'interno del college gli studenti sono divisi tra laureandi "triennali" diremmo noi, o "della specialistica" (e dottorandi). Entrambi i gruppi hanno a disposizione una loro sala comune che nel mio caso è una libreria antica, di quelle con enormi poltrone di pelle, camino, quotidiani e periodici ovviamente di ogni tipo, televisione satellitare, piccola cucina.
Il comitato degli studenti graduates, ovvero oltre la triennale, organizza eventi settimanali negli spazi comuni del college. Tutti gli studenti inoltre cenano una volta a settimana nel salone ufficiale, a cui possono accedere solo indossando la loro toga.
Molto spesso il college organizza cene ed eventi in cui smoking e vestiti da sera sono obbligatori (tipo domani: cosa mi metto??). Il ballo di fine anno è addirittura white tie compulsory, il che significa frac per gli uomini e vestiti da gran sera per le donne.
Quest'organizzazione ovviamente favorisce la socializzazione perchè ogni studente si trova al centro di vari network di rapporti sociali e accademici. Ma non si limita a questo: è un'organizzazione che DECENTRA fortemente l'istituzione universitaria rendendola meno impersonale, più a misura d'uomo, e anche più efficiente.
Sono solo vagamente preoccupata per quando inizierò i corsi. Il tempo "minimo" da dedicare allo studio sono 40 ore a settimana. Questo vuol dire, considerando le pause fisiologiche (nessuno può studiare ininterrottamente per 8 ore al giorno! E gli spostamenti per andare in classe poi!) looong after dinner. Considerando poi le mie lacune di matematica, direi che a occhio e croce dovrò studiare nei weekend e magari anche la notte, perchè no.
Insomma, qui la gente si ammazza di studio. I miei compagni di college sono medici che hanno già salvato vite umane, studiosi di greco antico (americani magari), dottorandi in matematica o fisica. Come ci ha detto lo psicologo, "qualcuno comincerà a domandarsi se non lo abbiano ammesso, per caso, a causa di un errore burocratico...".
giovedì 2 ottobre 2008
liberal Netherlands
E' proprio vero che gli olandesi sono avanti, gente dalle vedute ampie, goderecci e spensierati. Oggi il mio compagno di corso olandese Alexander mi ha spiegato che i suoi connazionali ogni volta che si incontrano per dire "come stai?" dicono una cosa come "quante volte hai scopato negli ultimi giorni?"!!!!!! Cioe' non e' una cosa volgare, e' una cosa che dicono normalmente fra amici. Anche i membri del parlamento fra di loro si salutano cosi'... Beh spero almeno non nelle aoccasioni ufficiali...
mercoledì 1 ottobre 2008
tutto ok
Sono iniziati i corsi, tutto procede regolarmente e sono riuscito a crearmi una nuova immagine di Londra, che a febbraio avevo lasciato piuttosto malamente. Mi sono lasciato alle spalle vecchie delusioni e traumi che hanno reso i miei primi giorni difficili.
Diciamo innanzi tutto che frequentare un'universita' straniera, e inglese in particolare, e' piuttosto challenging, soprattutto per chi, come me, ha sempre studiato in Italia. Magari letto sulla carta il programma di un Master inglese sembra semplice, na cavolata rispetto alla punitiva universita' italiana. Tuttavia mi sto gradualmente rendendo che non e' affatto cosi'. Si e' vero le ore di lezione sono relativamente poche, ma l'impegno richiesto nello studio e' consistente. Ogni settimana bisogna preparare una presentation, leggere uno o due libri per corso (quindi un totale di 4-5 libri a settimana). Inoltre e' sempre richiesto agli studenti di prendere parte alla lezione, discutere, fare domande. Qui il concetto di passiva acquisizione di informazioni trasmesse meccanicamente dal professore non esiste, fortunatamente. Inoltre, mi devo ancora abituare a classi di 15 persone, quando alla statale di Milano se andava bene eravamo una cinquantina (se andava bene ribadisco!).
E' difficile, perche' non penso di avere ancora completamente la padronanza della lingua, ma non mi abbatto affatto, anzi, e' una sfida che accetto volentieri e che mi entusiasma.
Quando mi e' stata assegnata la presentation su Keynes, un monumento dell'economia inglese e mondiale, ammetto di aver avvertito una fitta allo stomaco. Ho pensato:"Chissa' che figura di merda faro'". Pero' poi mi sono detto:" Davide, se vuoi migliorare nella tua vita dovrai pure incontrare degli ostacoli. I mediocri amano la sicurezza e la tranquillita'". Quindi vada come vada, sono qui per imparare e migliorarmi!
Per quanto riguarda la vita sociale, devo dire che per quanto mi sia definito asociale alla fine me la cavo meglio di molti altri. In classe ho gia' fatto amicizia con un bel gruppetto di persone provenienti da diverse nazioni d'europa e del mondo(G.B., Polonia, Grecia, Turchia, Canada, Francia ecc). Il fatto che siamo pochi sicuramente aiuta la socializzazione. Ti senti un po' come al liceo... Domenica abbiamo trascorso la giornata a Notting Hill, Hyde Park, Oxford Street. Il tempo era stupendo, ho avvertito un senso di serenita' e benessere che non conoscevo da tempo. Inoltre sto socializzando con parecchi francesi, che sono veramente simpatici (a parte alcune eccezioni che rispecchiamo il nostro stereotipo di francese snob), e, parlando cinicamente, mi servono pure per imparare il francese, che e' il mio prossimo obiettivo. Non mi fanno sentire per niente a disagio quando provo goffamente a esprimermi nella loro lingua (infatti ribadisco sempre che:" je parle français comme une vache espagnole"), anzi sembrano entusiasti che io voglia avvicinarmi alla loro cultura.
Infine capitolo mensa dell'universita' che ha veramente superato tutte le aspettative. A parte il cibo etnico indiano e affine, ogni giorno trovo delle prelibatezze che davvero non pensavo rientrassero nel menu di una mensa universitaria inglese. Tipo oggi ho mangiato pollo alla cacciatora con funghi e polenta a 2 sterline, ieri ho mangiato trota alla griglia con patate a 3 sterline, settimana scorsa i cannelloni. Tutta roba veramente squisita che surclassa di molto gli standard della vomitevole mensa della statale di Milano e che, per uno come me che non ama cucinare, sono veramente una manna dal cielo!!
Diciamo innanzi tutto che frequentare un'universita' straniera, e inglese in particolare, e' piuttosto challenging, soprattutto per chi, come me, ha sempre studiato in Italia. Magari letto sulla carta il programma di un Master inglese sembra semplice, na cavolata rispetto alla punitiva universita' italiana. Tuttavia mi sto gradualmente rendendo che non e' affatto cosi'. Si e' vero le ore di lezione sono relativamente poche, ma l'impegno richiesto nello studio e' consistente. Ogni settimana bisogna preparare una presentation, leggere uno o due libri per corso (quindi un totale di 4-5 libri a settimana). Inoltre e' sempre richiesto agli studenti di prendere parte alla lezione, discutere, fare domande. Qui il concetto di passiva acquisizione di informazioni trasmesse meccanicamente dal professore non esiste, fortunatamente. Inoltre, mi devo ancora abituare a classi di 15 persone, quando alla statale di Milano se andava bene eravamo una cinquantina (se andava bene ribadisco!).
E' difficile, perche' non penso di avere ancora completamente la padronanza della lingua, ma non mi abbatto affatto, anzi, e' una sfida che accetto volentieri e che mi entusiasma.
Quando mi e' stata assegnata la presentation su Keynes, un monumento dell'economia inglese e mondiale, ammetto di aver avvertito una fitta allo stomaco. Ho pensato:"Chissa' che figura di merda faro'". Pero' poi mi sono detto:" Davide, se vuoi migliorare nella tua vita dovrai pure incontrare degli ostacoli. I mediocri amano la sicurezza e la tranquillita'". Quindi vada come vada, sono qui per imparare e migliorarmi!
Per quanto riguarda la vita sociale, devo dire che per quanto mi sia definito asociale alla fine me la cavo meglio di molti altri. In classe ho gia' fatto amicizia con un bel gruppetto di persone provenienti da diverse nazioni d'europa e del mondo(G.B., Polonia, Grecia, Turchia, Canada, Francia ecc). Il fatto che siamo pochi sicuramente aiuta la socializzazione. Ti senti un po' come al liceo... Domenica abbiamo trascorso la giornata a Notting Hill, Hyde Park, Oxford Street. Il tempo era stupendo, ho avvertito un senso di serenita' e benessere che non conoscevo da tempo. Inoltre sto socializzando con parecchi francesi, che sono veramente simpatici (a parte alcune eccezioni che rispecchiamo il nostro stereotipo di francese snob), e, parlando cinicamente, mi servono pure per imparare il francese, che e' il mio prossimo obiettivo. Non mi fanno sentire per niente a disagio quando provo goffamente a esprimermi nella loro lingua (infatti ribadisco sempre che:" je parle français comme une vache espagnole"), anzi sembrano entusiasti che io voglia avvicinarmi alla loro cultura.
Infine capitolo mensa dell'universita' che ha veramente superato tutte le aspettative. A parte il cibo etnico indiano e affine, ogni giorno trovo delle prelibatezze che davvero non pensavo rientrassero nel menu di una mensa universitaria inglese. Tipo oggi ho mangiato pollo alla cacciatora con funghi e polenta a 2 sterline, ieri ho mangiato trota alla griglia con patate a 3 sterline, settimana scorsa i cannelloni. Tutta roba veramente squisita che surclassa di molto gli standard della vomitevole mensa della statale di Milano e che, per uno come me che non ama cucinare, sono veramente una manna dal cielo!!
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