Qualche giorno fa mi trovavo da Harrod's nel reparto gioielleria. In realtà chiamarlo reparto è un torto che neanche una come me - fondamentalmente disinteressata alle pietre preziose - si può convincere a fargli. Infatti non è un reparto come la macelleria, o come per esempio il reparto uomo, donna o bambino. Più che altro è un tempio. Un tempio vasto e scintillante a cui si accede per vie misteriose e occultate alla vista, neanche si debba evitare che troppe persone ne varchino l'ingresso. Per la prima volta ho capito come si sentiva Audrey Hepburn a fare colazione da Tiffany.
Basta: non si può portare una 24enne nubile tra cotanto splendore e aspettarsi che non cominci a soppesare gli anelli di diamante. Nella fattispecie, i miei gusti sono tradizionali, e si possono riassumere con lo slogan "the bigger, the better". E' un campo in cui decisamente non c'è pericolo di risultare pacchiani. Non ho ancora visto un anello di diamante che potesse risultare eccessivo o fuori luogo. Neanche quello da 160,000£ avvistato da Tiffany (piccolo, scintillante eppure in qualche modo impegnativo da portare al dito...).
E' bene conoscere i propri limiti, e penso proprio di potermi scordare un anello che costa quanto un appartamento. Però l'anello di fidanzamento rappresenta un impegno, giusto? Pare di capire che venga regalato insieme ad una proposta di matrimonio. E' giusto che un uomo ci pensi 10 volte prima di fare questo passo. Dovrebbe significare che è pronto a sposarsi anche domani e a passare tutta la vita insieme all'altra persona. Se è pronto a tutto ciò, spero proprio che non si presenti con un anello da 900€. Come a dire, sì, mi impegno ma senza rischiare troppo. Magari me lo ridai nel caso. Come quando compri un biglietto della Ryan Air a 50€ pensando, "al massimo non parto". It would slightly defeat the purpose, direi.
Let her family pay for the wedding, come da tradizione. Ma allora lasciamo anche che l'uomo dimostri la sua serietà di intenti in un modo che è veniale, ma che è uno dei più importanti modi di comunicare che conosciamo.
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